I partecipanti ad un corso di formazione dovrebbero essere la vera componente di ispirazione per un formatore: sono la mia. Se dovessi pensare esclusivamente a ciò che andrò a dire, in termini di contenuto, che spesso ovviamente si ripete, penso che avrei già cambiato mestiere. La vera differenza è nelle persone che incontro. Loro sono il mio elemento propulsore, di sana ansia e di vera motivazione.
Spesso nella preparazione mi creo una loro immagine, ne faccio una sorta di allucinazione. Partendo dai dati informativi che possiedo immagino le loro aspettative, i loro disagi, le loro obiezioni. In seguito quando sono in aula, trascorro la prima mezz’ora ad osservarli, cercando di cogliere dalle loro espressioni i loro retro pensieri. Pongo domande che li facciano sorridere, voglio stabilire con loro lo spazio del nostro incontro. Come se dicessi: “Ecco sono qui, se volete giocare con me ci possiamo divertire imparando e diventando consapevoli”. Sono profondamente interessata a come sono le persone. Inoltre racconto me stessa, offrendo spaccati di vita personale come metafore possibili. Raccolgo i loro feed-back non verbali e accolgo le loro domande come la più preziosa opportunità.
L’apertura verso i partecipanti e l’accettazione dei loro feed-back (verbali e non verbali) offrono una possibilità di crescita personale e professionale che è il cuore della mia passione per la vita e per questo mestiere. Anche per voi è così?