venerdì 20 giugno 2014

Il formatore è un leader?

Qualcuno un giorno mi ha chiesto se un formatore dovesse possedere le doti di leader. A mio parere la risposta è tutt'altro che semplice.
In azienda si usa distinguere il manager dal leader (anche se spesso in Italia sono usati come sinonimi). Molti hanno scritto circa le molteplici differenze: il manager gestisce e realizza gli obiettivi, mentre il leader influenza e sceglie la direzione.


Warren Bennis nel libro “Come diventare leader” ne sottolinea le differenze: il manager amministra, il leader innova, il manager controlla, il leader ispira fiducia, il manager sta nello status quo, mentre il leader crea cambiamento, il manager si concentra sulla struttura, il leader sulle persone. Nelle realtà aziendale vi sono dirigenti che sono sia manager sia leader.

Riassumendo il leader definisce il cambiamento, la direzione, sviluppa la visione del futuro, motivando e coinvolgendo le persone. Forse il formatore che si attiene a corsi già sperimentati, stando dentro gli obiettivi che il cliente pone, svolge un ruolo manageriale. Invece quando il formatore sperimenta nuovi corsi, cerca nuove strade, fa intravedere un possibile cambiamento è un leader. A mio parere nella pratica d’aula, la gestione del gruppo, la direzione e il coinvolgimento dovrebbero essere giocate più da leader.

venerdì 13 giugno 2014

Cielo e morale


“Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me.” 

venerdì 6 giugno 2014

Etica nelle relazioni

Oggi concluderemo il discorso sull'etica trattato qui e qui. Un aspetto che ritengo importante è la relazione, appunto, etica sia con il cliente sia con i partecipanti al corso. A volte il formatore può trovarsi in situazioni difficili, dove i partecipanti espongono vari problemi esistenti all'interno dell’azienda. Questo significa che stanno usando lo spazio del corso come una sorta di momento di rivendicazione. In questi casi è importante ascoltare, ma non colludere, inoltre è importante riprendere il filo argomentativo della lezione sottolineando gli obiettivi del corso. Questo, per me, significa assumersi la responsabilità etica del ruolo di formatore in quel determinato momento: non siamo stati chiamati per allearci con le rivendicazioni dei corsisti né per difendere l’azienda. Certo, successivamente, è necessario far presente all'azienda su quali problemi dovrebbero lavorare. Non è facile attuare questo distacco, infatti internamente capiamo le problematiche, empatizziamo con i corsisti e vorremmo mostrarci dalla loro parte, ma faremmo un’azione scorretta sia nei loro confronti sia verso l’azienda. Il mio consiglio è che, prima di accettare una consulenza, sia meglio comprendere il più possibile le dinamiche che riguardano l’azienda stessa.


Io credo che dobbiamo ogni giorno porci domande, scoprire le nostre incoerenze e cercare di correggerle. Dobbiamo sapere quali sono la nostra vision e la nostra mission e su quali valori si fondano. Questa è la guida interna che ci aiuta a capire cosa stiamo facendo. Durante i corsi le persone ci affidano i loro pensieri, i loro sentimenti, le loro emozioni: noi abbiamo la responsabilità etica della cura della relazione con loro.
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