Ci sono tre qualità che ogni individuo deve avere per
raggiungere il successo: la pazienza di un monaco, il coraggio di un guerriero,
l’immaginazione di un bambino
giovedì 28 febbraio 2019
giovedì 21 febbraio 2019
Da dove impariamo: dagli errori o dai successi?
Vi sarà successo sicuramente di combattere per ricordare una
parola che “è sulla punta della lingua”, ma non arriva alla mente. Sono
disponibili studi che hanno dimostrato come i tentativi di portare alla memoria
ciò che non ricordiamo siano infruttuosi e che, soprattutto, generano uno
schema mentale che condanna all’insuccesso. Spesso, infatti, se ci mettiamo a
fare altro all’improvviso la parola arriva senza fatica. Sembra che l’atto di
commettere l’errore, malgrado successivamente corretto, possa generare
l’apprendimento di quell’errore. Se non si riesce a risolvere un problema è
meglio non intestardirsi nel tentativo di risolverlo. Agitarsi non ci porta da
nessuna parte, perché seguiamo i processi mentali legati ai nostri
errori.
Da qui vorrei buttare lì qualche riflessione sul detto
“sbagliando si impara”. Secondo me noi impariamo dai nostri successi, che ci
rendono felici e che tendiamo così a replicare. Molti pensano che le due vie
siano in alternativa: quella che conduce al successo sia quasi opposta a quella
che può portare al fallimento. Chiunque sia arrivato a momenti di successo,
invece, sa bene che per arrivarci ha anche attraversato fallimenti e periodi
più difficili e ha imparato che il successo potrà arrivare dopo periodi bui.
Dunque, le due vie sono interdipendenti. Per Earl Miller, neuroscienziato cognitivo,
non c’è dubbio: “a livello di sistema neuronale si apprende più dai successi
che dai fallimenti”.
mercoledì 13 febbraio 2019
mercoledì 6 febbraio 2019
Parliamo di ansia
Si parla spesso dell’ansia e delle possibili modalità per
superarla, ma solo recentemente gli studi hanno iniziato a sottolineare come
l’ansia ha avuto e abbia ancora uno scopo, quello di proteggerci. Lo psichiatra
Rollo May evidenzia come l’ansia sia connessa con la vita e come “non posa
essere evitata, se non al prezzo dell’apatia o dell’intorpidimento di
sensibilità e immaginazione”. Annamaria Testa ha affrontato l’argomento in un
articolo molto interessante che potete leggere qui.
Conosco tante persone che
combattono l’ansia in quanto ritengono che sia sempre negativa. È vero che
quando l’ansia eccede, può sfociare nel panico, per questo motivo è importante
controllare i segnali. Contemporaneamente è emerso come le persone ansiose siano
dotate di grande autocontrollo. L’ansia, inoltre, è strettamente legata a
esperienze soggettive, infatti ci sono persone che definiscono in modo negativo
quella sensazione di tensione e altre che, invece, la descrivono come una
spinta motivante.
È possibile, dunque, poter
imparare a usare l’ansia, ricordando che il modo attraverso cui gestiamo quella
emozione è in relazione alla nostra identità ed esperienza. La gestione
dell’ansia dipende anche dal livello personale di autoconsapevolezza e dalle convinzioni
soggettive. L’ansia è una situazione da risolvere o è uno strumento
vantaggioso? L’ansia è legata al futuro, all’incertezza di cosa accadrà, per
questo motivo le persone ansiose possono diventare perfezioniste ed essere
molto brave a curare i dettagli. In questo modo le persone creative possono
diventare anche molto produttive.
Il mio consiglio, quindi, è di
cercare di porsi domande per conoscere meglio la propria ansia prima di cercare
come cacciarla.
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