venerdì 27 gennaio 2017

Il coach: introduzione

Quasi 20 anni fa si cominciava a parlare di coaching anche in azienda. Il coaching venne introdotto in quanto considerato un nuovo metodo per fare formazione “fuori dall’aula” e in modo più congruente con una realtà aziendale incentrata anche sulla crescita individuale.

La parola inglese coach significa allenatore, infatti alla maggioranza delle persone la prima idea che appare alla mente è una persona capace di osservare, sostenere un atleta e, anche, migliorare le prestazioni del coachee (l’allenato).


Coach nello sport, quindi, è chi imposta l’apprendimento, sprona il miglioramento continuo dell’atleta, motivandolo e guidandolo.
Anche nel contesto della formazione il compito del coach è quello di accompagnare l’allenato da un punto di partenza a un punto di arrivo, riconoscendo e utilizzando le potenzialità, le qualità e le capacità del coachee.

venerdì 13 gennaio 2017

Creatività e cambiamento: parte seconda

Un pensiero o una fantasia divengono creativi quando assumono la consistenza di un oggetto, di una forma o di un costrutto. Il processo creativo, si può così riassumere in quattro fasi. La prima è la preparazione, che riguarda la percezione del problema o della situazione che si intende analizzare. Questa fase è molto importante infatti è bene ricordare che “la risposta è una conseguenza della domanda”.
La seconda fase prevede l’applicazione di una tecnica, basata, per esempio, sull’associazione di idee. Questa fase, inoltre, è collegata a un periodo di sedimentazione, dove è necessario allontanarsi dalla ricerca e lasciare che la mente produca collegamenti in modo inconsapevole.
La terza fase consiste nel riprendere il tutto in un nuovo momento di una scoperta, dove è possibile trovare una soluzione che soddisfi.

La quarta fase, invece, riguarda la possibilità di attuare l’idea.


È bene, allora, concedere spazio nell’azienda e nel gruppo di lavoro ad atteggiamenti aperti verso l’ambiente, cercando anche di sviluppate la tendenza a lasciarvi attirare da ciò che è sconosciuto. È possibile, per esempio, organizzare momenti di creatività, dove vengano affrontati problemi e situazione definite, la cui durata non dovrebbe superare le due ore, con un conduttore capace di stimolare i presenti che dovrebbero essere al massimo una decina. L’aspetto fondamentale è l’assenza di qualsiasi giudizio, unico elemento che non può essere presente in un incontro creativo.

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