lunedì 24 ottobre 2011

La struttura del corso

Oggi parleremo di come preparare la struttura del corso. Abbiamo introdotto l’argomento della preparazione qui e adesso cercherò di approfondire le fasi principali.
Solitamente il formatore si può trovare in due situazioni: c’è il caso in cui sia lui stesso che va dal cliente per vendere un corso oppure la circostanza in cui una società gli chieda un percorso che ha già precedentemente definito con il cliente. In entrambi i casi occorre sapere il tipo di azienda cui verrà attuato il corso, quali esperienze formative la suddetta azienda ha già esperito e  qual è il sistema che viene utilizzato dall’azienda.
Nella prima circostanza, inoltre, dobbiamo capire quali obiettivi si pone l’azienda, quindi chiarirli e definirli. Inoltre bisogna considerare chi saranno i fruitori, quale anzianità possiedono e  quale rapporto hanno avviato con  l’azienda.
Chiariti tutti questi elementi si inizia a lavorare concretamente sulla struttura, creando prima delle macro aree per precisare la durata dei singoli giorni. In seguito si aggiungeranno dettagli che colmeranno lo schema. Occorre definire da dove si parte e dove si arriva e cosa si vuole ottenere da ogni sotto-obiettivo.

Secondo il mio punto di vista i programmi formativi dovrebbero  basarsi  su attività concrete da svolgere in gruppo seguite poi da momenti di razionalizzazione che diano modo di cogliere quali aspetti trasporre nella vita aziendale per migliorarla. Infatti io utilizzo lo schema di apprendimento degli adulti di David Kolb, eccolo:

Voi come organizzato un corso? Quale modello usate?

giovedì 13 ottobre 2011

Parentesi ludica


Visto che settimana scorsa ho iniziato a raccontare le mie esperienze sui tassì italiani, ecco una parentesi divertente:

Un americano arriva all’aeroporto di Milano e prende un taxi. Il tassista gli chiede: dove devo portarla? E l'americano: mi porti a vedere la città per favore! Allora il tassista lo porta a vedere il duomo e gli dice: questa è la costruzione più bella di Milano! Ci abbiamo messo 5 anni per costruirla! L'americano risponde: in America 2 anni massimo! Allora il tassista un po' contrariato lo porta alla basilica più bella di Milano e gli dice: questa basilica è stata costruita in 2 anni! L'americano allora dice: ma sapete che voi italiani siete proprio lenti!in America massimo 1 anno! Allora il tassista che ormai non ci vede più dalla rabbia schiaccia sull'acceleratore e va a schiantarsi contro un palazzo. L'americano tutto sorpreso gli urla: ma è impazzito? E il tassista gli risponde: mi scusi ma questo palazzo stamattina non c'era!!

:-D

Fonte barzelletta

giovedì 6 ottobre 2011

Tassì l'inizio


Un’esperienza che ciascun formatore vive, come ogni persona costretta a muoversi spesso lungo l’Italia per motivi di lavoro è quella del tassì. Al di là dell’umanità che si incontra in questa capsula spazio-temporale, con un po’ di esperienza e spirito di osservazione ho imparato a distinguere ogni città attraverso il tassì o meglio grazie al tassista.
Nell’Italia del nord, per esempio a Milano o Torino, il tassista parla pochissimo a volte non dice una parola al passeggero, raramente spende qualche vocabolo verso gli automobilisti. Io salgo sul tassì, snocciolo l’indirizzo e il tassinaro parte risoluto verso la meta.
Ricordo solo una circostanza eccezionale in cui il tassista mi ha raccontato tutta la sua vita. Ero arrivata all’aeroporto di Milano Linate in ritardo, quando ormai erano sospesi i treni tra cui anche quello che mi avrebbe portato a casa a Pavia. Dopo aver fatto qualche conto e aver capito che una notte in albergo mi sarebbe costata quanto una corsa in tassì ho optato per quest’ultima soluzione, desiderosa di dormire nel mio letto dopo vari giorni trascorsi in hotel. Quando il tassista ha sentito la destinazione, cioè Pavia a circa 40 km di distanza, voleva stappare lo champagne: gli avevo risolto la nottata alla grande!! Così, mentre io stanchissima ero abbandonata sul sedile posteriore sognando casa mia, il simpatico tassista, entusiasta per la corsa eccezionale, mi ha raccontato tutta la sua vita ed io ho pagato 90 euro.
Prossimamente racconterò di altre esperienze particolari con i tassisti legate a diverse città. E a voi cosa è successo?

(Voglio solo ricordare che per me le generalizzazioni e gli stereotipi non sono la realtà, benché nascano a volte da avvenimenti concreti. Sono molto utili per ironizzare, mantenendo sempre il rispetto per ogni diversità, sfumatura e ricchezza degli esseri umani.)

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