“Il progresso in arte non consiste nell’estendere i suoi
propri limiti, ma nel conoscerli meglio.” Georges Braque
venerdì 30 gennaio 2015
venerdì 23 gennaio 2015
Il counselor di fronte a se stesso
Come ho forse già detto, da qualche tempo ho iniziato a svolgere
un lavoro individuale di counseling. Il lavoro individuale che ho sempre svolto
era di coaching. La differenza maggiore tra i due approcci è che il coaching è
legato ad un obiettivo circoscritto al contesto del lavoro. Qual è la
differenza tra il counseling e la psicoterapia? Mi perdoneranno gli esperti se
semplifico. Gli strumenti possono essere simili, come la teoria di riferimento,
ma ciò che cambia è la “circoscrizione” del problema del cliente. Come couselor
accetto persone che hanno un problema emerso in una vita apparentemente
tranquilla, per esempio devono affrontare una perdita, un abbandono o una decisione importante da
prendere. Certo ogni problema è collegato alla nostra identità, alla nostra
storia e a come noi la narriamo a noi stessi, ma spesso, per queste persone, è
importante trovare le risorse interne per superare una situazione specifica ed immediata.
Quando nella fase di ricerca iniziale trovo persone con
una situazione di disagio generalizzato, di blocco diffuso, lì mi fermo e
preferisco indicare la strada di una psicoterapia più completa. Mi fermo
perché non mi sento “tagliata” per un percorso lungo come la psicoterapia: riconosco le mie capacità e i miei limiti che sono sia professionali sia
caratteriali.
venerdì 16 gennaio 2015
Tempesta
“La
vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la
pioggia.” Mahatma Gandhi
venerdì 9 gennaio 2015
Il paradosso della flessibilità
Spesso nei percorsi formativi, anche individuali, si parla di
flessibilità. Ne parliamo come di una meta importante da raggiungere, sia nelle
relazioni con gli altri, sia rispetto al nostro modo di guardare il mondo o di affrontare
un problema. Benissimo, seguitemi in questo ragionamento.
La
flessibilità è contrapposta alla rigidità e potremmo asserire che la prima è
“buona”, mentre la seconda “cattiva”. Una metafora di questa diversità, che spesso
viene citata, è la differenza di comportamento tra un fuscello e un albero. Di
fronte alla bufera il fuscello si piega, ma non si spezza, passata la bufera
torna alla sua posizione di partenza. L’albero, invece, non si sposta di un millimetro
fino a quando una bufera molto intensa non lo spezza. Passata la bufera non
tornerà più alla sua posizione di partenza.
Vedete il paradosso? Il fuscello di fronte ad avversità non cambierà
mai, invece l’albero si trasformerà.
Per me questo significa che la flessibilità, se non conduce
a nessun cambiamento è rigida, mentre la rigidità, se produce una trasformazione, è flessibile.
venerdì 2 gennaio 2015
A fresh start
"Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile"
San Francesco d'Assisi
San Francesco d'Assisi
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