venerdì 28 giugno 2013

Le paure di un formatore

Un formatore ha spesso profonde insicurezze. Ho raccolto alcune delle paure ricorrenti ed universali legate al lavoro di formazione e provo a suggerire un “gioco” che ha la possibilità di trasformarle da sensazione negativa ad uno stato positivo. Le paure più diffuse sono: di sbagliare, di essere confusi, di essere interrotti, di dimenticare qualcosa, di ricevere giudizi negativi, di annoiare, di gestire male i presenti, di ricevere obiezioni cattive, di perdere il filo degli argomenti, di incontrare qualcuno che possiede più conoscenza.
La domanda che potrebbe agire da punto di svolta è : “Quale opportunità mi può donare questa paura?”

 
Ora propongo qualche esempio basato, come sempre, sulla mia esperienza.
Per quanto riguarda la paura di sbagliare, possiamo chiederci per esempio: “Cos’è un errore? Probabilmente è l’unico vero modo per imparare.” Riporto una frase celebre di Elbert Hubbard: “Il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di sbagliare.”
Per quanto concerne invece la paura di essere confusi. Cos’è la confusione? L’unica vera possibilità alla comprensione e a tal proposito vorrei citare Voltaire: “Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli son sicuri di ciò che dicono.”
Pensiamo alla paura di essere interrotti, cos’è l’interruzione? Per esempio la possibilità di prendere fiato. Una frase storica di Napoleone recita: “Dove non è pericolo, non è gloria.”
E per quanto riguarda la paura di giudizi negativi? Cos’è un giudizio negativo? Un passo fermo verso il miglioramento. Paul Cézanne scrisse: “L'approvazione degli altri è uno stimolante del quale talvolta è bene diffidare.”
Capite bene qual'è il ragionamento e il meccanismo per ribaltare le paure in una possibilità di crescita e di autostima. Ora provate voi!
 
Immagine: illustrazione della paura, da L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali di Charles Darwin
 


martedì 11 giugno 2013

Le capacità del formatore: parte seconda

Abbiamo visto in questo post che le capacità del formatore sono distinguibili in tre rami principali: sapere, saper fare, saper essere.
Vediamo cosa intendo per saper fare, ovvero: esposizione chiara, gestire i conflitti, motivare e coinvolgere i partecipanti, ascoltare, stabilire e mantenere la relazione, mettersi nei panni altrui, gestire  le proprie emozioni, chiarezza della  direzione da infondere al corso.
 

 
Invece nella categoria sapere essere: flessibili, sensibili e attenti ai bisogni del gruppo, leader, creativi, comunicativi, centrati su sé stessi e sul gruppo.
 
Quando il formatore dimostra congruenza tra le capacità del sapere, del saper fare e del saper essere è in una forma di eccellenza.


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