“Cambiare è difficile, non cambiare è fatale.” William
Pollard
venerdì 29 novembre 2013
venerdì 22 novembre 2013
Una ricerca: il nuovo manager in tempo di crisi
Molto
interessante è la ricerca “The new european executive” condotta da Korn/Ferry
international, con circa 100 interviste a manager europei.
Secondo lo studio il nuovo manager europeo in tempo di crisi dovrebbe essere in grado di riavviare e sostenere la crescita, possedere una visione chiara, essere guidato da competenze ed esperienza, essere flessibile di fronte ai rapidi cambiamenti ed essere più coraggioso e strategico rispetto al periodo pre-crisi. Inoltre dovrebbe essere in grado di lavorare gestendo l’ambiguità e l’incognito. La gestione della visione e dell’obiettivo lo devono portare verso la definizione dell’elemento di successo che deve anche saper comunicare in modo chiaro e preciso. Inoltre la capacità decisionale deve essere rapida anche se supportata da poche informazioni.
Secondo lo studio il nuovo manager europeo in tempo di crisi dovrebbe essere in grado di riavviare e sostenere la crescita, possedere una visione chiara, essere guidato da competenze ed esperienza, essere flessibile di fronte ai rapidi cambiamenti ed essere più coraggioso e strategico rispetto al periodo pre-crisi. Inoltre dovrebbe essere in grado di lavorare gestendo l’ambiguità e l’incognito. La gestione della visione e dell’obiettivo lo devono portare verso la definizione dell’elemento di successo che deve anche saper comunicare in modo chiaro e preciso. Inoltre la capacità decisionale deve essere rapida anche se supportata da poche informazioni.
Ho
trovato questo studio interessante e ricco di informazioni essenziali per affrontare
in modo consapevole e preparato i cambiamenti che stanno già avvenendo nel
mondo del lavoro.
venerdì 15 novembre 2013
venerdì 8 novembre 2013
Piccola riflessione circa la crisi
Quelli che stiamo attraversando sono, per molti, momenti
terribili. La pressione della crisi, parola che purtroppo è ormai quotidiana,
sta lentamente distruggendo la nostra serenità. Le aziende tagliano sulla
formazione, le persone si sentono smarrite, fragili e sotto uno stress continuo. Cosa possiamo fare noi nel nostro fare formazione?
Innanzitutto credo che il primo passo sia prestare sempre più attenzione alle persone. Quindi non occuparsi esclusivamente dei contenuti del corso, ma anche lavorare con lo stato interno degli individui, accogliere le loro ansie e offrire un clima non competitivo, ma solidale. Non temere la vicinanza con l’altro e neppure proporsi con consigli e soluzioni pronte. L’ascolto vero, fatto di comprensione e silenzio empatico, può essere più accogliente di tante parole.
Innanzitutto credo che il primo passo sia prestare sempre più attenzione alle persone. Quindi non occuparsi esclusivamente dei contenuti del corso, ma anche lavorare con lo stato interno degli individui, accogliere le loro ansie e offrire un clima non competitivo, ma solidale. Non temere la vicinanza con l’altro e neppure proporsi con consigli e soluzioni pronte. L’ascolto vero, fatto di comprensione e silenzio empatico, può essere più accogliente di tante parole.
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