venerdì 4 marzo 2016

Sulle emozioni: il samurai

In un'antica leggenda giapponese si narra di un samurai che un giorno sfidò un maestro Zen chiedendogli di spiegare i concetti di paradiso e inferno. Il monaco, però, replicò con disprezzo: “Non sei che un rozzo villano; non posso perdere il mio tempo con gente come te!”.
Sentendosi attaccato nel suo stesso onore, il samurai si infuriò e sguainata la spada gridò: “Potrei ucciderti per la tua impertinenza”.
“Ecco” replicò con calma il monaco “questo è l'inferno”.
Riconoscendo che il maestro diceva la verità sulla collera che lo aveva invaso, il samurai, colpito, si calmò, ringuainò la spada e si inchinò, ringraziando il monaco per la lezione.
“Ecco” disse allora il maestro Zen “questo è il paradiso”.


L'improvviso risveglio del samurai e il suo aprire gli occhi sul proprio stato di agitazione ci mostra, a mio parere, quanto sia fondamentale la differenza fra l'essere schiavi di un' emozione e il divenire consapevoli del fatto che essa ci sta travolgendo. Il consiglio di Socrate, «conosci te stesso», fa riferimento a questa fondamentale dimensione di una competenza comunicativa autentica: la consapevolezza delle proprie emozioni nel momento stesso in cui esse si presentano.

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