Voglio subito sottolineare due caratteristiche importanti del mio stile d’aula, cioè del mio modo di fare e pensare la formazione.
Innanzitutto l’uso dell’umorismo.
L’umorismo impiegato come spostamento da una sensazione o da uno stato d’animo ad un altro, inteso come possibilità di cambiare visione e non quindi una battuta fine a se stessa, ma coerente con quello che sta accadendo nel contesto dell’aula. Spostare le persone nel senso di aiutarle a guardare le cose in un altro modo e a cambiare punto di vista. E proprio per spostare le persone che quando uso per esempio le metafore la mia scelta è quella di servirmi anche dell’umorismo.
Altra caratteristica del mio stile d’aula è quella che potremmo definire una certa teatralità o meglio la consapevolezza di essere tutt’uno col proprio corpo e quindi di usarlo consapevolmente.
Se si parla di gestualità e fisicità è evidente che non può esistere solo un apprendimento cognitivo: la nostra mente è legata al nostro corpo. È importante dunque che il mio corpo diventi un mezzo comunicativo e che anche quello degli altri sia un mezzo comunicativo tra di noi. È in questo senso che uso il teatro.
Avremo modo di approfondire questi temi in seguito, voglio solo aggiungere che circa l’uso del teatro in ambito formativo ho spesso lavorato con Marco Marchigiani, che tra le altre cose è socio fondatore del gruppo d’improvvisazione teatrale Belleville di Bologna. L’associazione culturale Belleville organizza anche gare d’improvvisazione teatrale, delle vere e proprie sfide teatrali, solo per farvi una vaga idea ecco qui.
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