giovedì 6 ottobre 2011

Tassì l'inizio


Un’esperienza che ciascun formatore vive, come ogni persona costretta a muoversi spesso lungo l’Italia per motivi di lavoro è quella del tassì. Al di là dell’umanità che si incontra in questa capsula spazio-temporale, con un po’ di esperienza e spirito di osservazione ho imparato a distinguere ogni città attraverso il tassì o meglio grazie al tassista.
Nell’Italia del nord, per esempio a Milano o Torino, il tassista parla pochissimo a volte non dice una parola al passeggero, raramente spende qualche vocabolo verso gli automobilisti. Io salgo sul tassì, snocciolo l’indirizzo e il tassinaro parte risoluto verso la meta.
Ricordo solo una circostanza eccezionale in cui il tassista mi ha raccontato tutta la sua vita. Ero arrivata all’aeroporto di Milano Linate in ritardo, quando ormai erano sospesi i treni tra cui anche quello che mi avrebbe portato a casa a Pavia. Dopo aver fatto qualche conto e aver capito che una notte in albergo mi sarebbe costata quanto una corsa in tassì ho optato per quest’ultima soluzione, desiderosa di dormire nel mio letto dopo vari giorni trascorsi in hotel. Quando il tassista ha sentito la destinazione, cioè Pavia a circa 40 km di distanza, voleva stappare lo champagne: gli avevo risolto la nottata alla grande!! Così, mentre io stanchissima ero abbandonata sul sedile posteriore sognando casa mia, il simpatico tassista, entusiasta per la corsa eccezionale, mi ha raccontato tutta la sua vita ed io ho pagato 90 euro.
Prossimamente racconterò di altre esperienze particolari con i tassisti legate a diverse città. E a voi cosa è successo?

(Voglio solo ricordare che per me le generalizzazioni e gli stereotipi non sono la realtà, benché nascano a volte da avvenimenti concreti. Sono molto utili per ironizzare, mantenendo sempre il rispetto per ogni diversità, sfumatura e ricchezza degli esseri umani.)

2 commenti:

  1. Mi scuso per non aver un cavolo da fare o semplicemente essere intrigato dalla forza intellettuale della Prof. o Formatrice , dato che metto lingua anche in questa parte del Blog .
    Il fatto e' che l'autrice racconta una o piu' belle storie su tutti i viaggi in tassi' che sono per Lei una specie di analisi sull'animo umano .
    Io non la vedo solo cosi' infatti bisogna fare i conti anche con l'Oste .
    Anche il Tassinaro ha un cervello , vi sono ingegneri o geometri ect ( anche anziani ) che hanno perso il lavoro e devono trasportare non solo
    donne di alto livello culturale ma anche drogati o vecchiette senza testa o ladri cioe' di tutto di piu'
    e che hanno un pessimo concetto dell'essere umano ( in media ) dato che il pubblico e' una pericolosa bestia .
    Basta chiedere agli impiegati della posta , ai tranvieri a tutti coloro che col pubblico hanno a che fare .
    Quindi propongo opera di Formazione non solo per le Aziende ma anche per i Tassinari che ci devono , spesso , sopportare .
    Pace e bene

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  2. Bravo, vero vero, ma è un servizio a pagamento e vorrei tanto essere “trattata” da cliente!!

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