martedì 13 ottobre 2009

Tipologie di corsisti

Io divido idealmente i corsisti in quattro macro tipologie e li definisco: partecipanti, turisti, prigionieri e terroristi. Sono metafore che uso per individuare più facilmente le diversità di tipi di corsisti che si possono incontrare in aula. Questa classificazione dipende molto dalla predisposizione con cui affrontano il corso, infatti qualcuno partecipa per interesse e passione, mentre altri forzatamente, perché a volte la loro adesione al corso è imposta dall’azienda.
Vediamo nel dettaglio queste metafore sulle tipologie.





Ci sono i partecipanti che sono entusiasti e che dicono: “Finalmente questo corso! Lo aspettavo da tempo.” Anche questo tipo apparentemente solo positivo nasconde delle insidie, cioè questo gruppo possiede aspettative molto alte a cui si può facilmente disattendere.
Poi quelli che io chiamo i turisti, cioè quelli che dicono: “Stiamo a vedere.” La difficoltà con questo tipo è che non sapendo bene loro stessi cosa vogliono vedere si possono perdere, in quanto solo a fine corso esplicitano: “Ma io volevo qualcos’altro!.”
Ci sono anche i prigionieri che sono presenti per forza, non si vogliono esporre, della serie: “Dico solo il mio numero di matricola” e quindi stanno sempre zitti. La loro pericolosità si presenta se il formatore interpreta il silenzio come assenso, invece vanno stanati, altrimenti c’è il rischio che alla fine dicano: “Che schifezza!”
Infine i terroristi, che non sono altro che i prigionieri incazzati che arrivano con una borsa di bombe e te le lanciano. Apparentemente hanno una modalità relazionale di aggressione, mentre molte sono persone che obbiettano come modello del loro pensiero che funziona per differenze e non per uguaglianze. È fondamentale riconoscere la differenza tra il terrorista e invece un pensiero che elabora per differenze. Per riuscirci bisogna essere consapevoli di sé stessi. Se per esempio un corsista espone il proprio disaccordo il formatore non lo deve interpretare come un attacco personale, se no è la guerra. Invece se il formatore riesce a capire che è il modo, l’atteggiamento di quella persona capisce che gli si apre davanti una grandissima opportunità. Se il formatore impara a gestirli (approfondiremo anche in altri post intanto vedi qui) rappresentano i più motivati del corso e sicuramente non saranno loro a dare brutte sorprese nel feedback di fine corso. Non solo, perché rispondendo a loro il formatore sta contemporaneamente rispondendo a tutto il gruppo in quanto spesso rappresentano la voce inconsapevole di quello che c’è dentro ad ogni corsista, l’unica differenza è che loro si espongono.

Fonte immagine

2 commenti:

  1. Non credevo di essere un terrorista. Ma dopo aver letto l'anamnesi del soggetto non posso che ricredermi ed esserne fiera. Patrizia Ruffoni

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  2. ciao! sono nella stessa situazione, ma insomma qualcuno deve prendersi questa responsabilità!!! ahahh ;-)

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