venerdì 26 settembre 2014

Giudizio

“Se giudichi le persone, non avrai tempo per amarle.”
Madre Teresa di Calcutta


venerdì 19 settembre 2014

Cos’è il feedback

Vediamo oggi, nel dettaglio, cos’è un feedback, specialmente nell'ambito dell’aula di formazione o di un percorso  di coaching.
Il feedback è il processo attraverso il quale si fornisce ad una persona “informazioni di ritorno” che sono dedotte dalle nostre osservazioni circa i suoi comportamenti. Il feedback non ha nulla da condividere con complimenti e critiche. Gli obiettivi di un buon feedback sono: motivare, affrontare/risolvere problemi e sviluppare la consapevolezza.


Un formatore dovrebbe allenarsi a praticare quest’abilità anche se risulta molto difficile, infatti, le persone sono più facilmente portate a criticare e giudicare. Le differenze, invece, tra critiche/complimenti e feedback sono notevoli, vediamo le principali.
Innanzitutto il feedback è molto specifico, parte da un preciso dato osservato e poi si allarga verso una direzione di miglioramento. Il feedback serve a motivare il comportamento, infatti è utile per offrire ad un partecipante un rinforzo positivo sui comportamenti adottati, così che il corsista sviluppi la tendenza e il piacere di perpetuare le azioni oggetto di osservazioni.
Vi è anche un tipo di feedback che ha la funzione di spiegare meglio qualcosa che sta accadendo in un certo momento nella relazione. Se, per esempio, un partecipante sta agendo un comportamento che crea problemi è, infatti, possibile usare il feedback per spiegarsi, così da rendere il corsista  più consapevole. Non bisogna dimenticare, infatti, che il feedback deve sempre partire da ciò che noi stiamo osservando e provando.
E’ fondamentale ascoltare i feedback dei partecipanti, infatti, questo risulta essere uno strumento significativo per avere informazioni fondamentali su come le persone stanno vivendo l’esperienza del corso. Io, per esempio, durante i corsi di due/tre giorni chiedo un feedback di fine giornata. In questo modo posso capire meglio la situazione contestualizzando il lavoro in linea con le persone ed eventualmente anche cambiare strategia o approccio il giorno seguente. I feedback, infine, aiutano a lavorare sulla propria consapevolezza e promuovono l’apprendimento costante. 
Presto vedremo alcuni consigli su come fornire un feedback costruttivo.

venerdì 5 settembre 2014

Il feedback: questo conosciuto

Bentornati! Da oggi vorrei dedicare qualche post al concetto di feedback, abilità essenziale per il formatore e per chiunque lavori in gruppo. Per introdurre quest’argomento vorrei partire dalla differenza tra giudizio e feedback.

Per un formatore distinguere il giudizio e apprendere la capacità di fornire feedback dovrebbe essere un abito mentale costante. Il giudizio nasce dalla nostra “idea del mondo”, dal nostro sistema di convinzioni, quindi è una rappresentazione soggettiva. Dunque quando “guardiamo” il comportamento altrui usiamo le nostre convinzioni e attribuiamo il nostro schema (giudizio) a quel comportamento. Spesso, infatti, esprimiamo il giudizio con un “dito idealmente puntato” al nostro interlocutore. Frasi come: “Tu mi hai fatto questo” oppure “Tu stai sbagliando” ne sono specchio ed esempio.
Il feedback, invece, è la “retroazione del sistema”, cioè è la risposta che avviene in un messaggio all’interno di una relazione. Il feedback dovrebbe dunque partire da noi stessi, da ciò che sentiamo, per esempio “Quello che hai detto/fatto, mi ha ferito”. Dunque il feedback considera ciò che stiamo provando senza ingabbiare noi stessi e gli altri in schemi ed aspettative.

Presto vedremo nel dettaglio cos’è il feedback costruttivo e come usarlo al meglio in aula e nel coaching.

giovedì 31 luglio 2014

Discorso sulla felicità

Vorrei consigliarvi una lettura un po’ particolare. Occupandomi di umorismo amo leggere tutto ciò che tratta argomenti affini come allegria e felicità. Così, mentre sistemavo i miei libri per l’ennesimo trasloco, mi è capitato tra le mani un testo molto interessante. E’ “Discorso sulla felicità” scritto nel 1779 da Emilie du Chatelet. Questa incredibile donna, compagna per molti anni di Voltaire, era fuori dagli schemi del tempo: studiosa, autonoma, anticipatrice di temi che, molto più tardi, riguarderanno l’emancipazione femminile. Visse come volle, seguendo i suoi principi di libertà ed autonomia insegnateli dal padre. Nel suo libro parla di conservare le proprie illusioni e le proprie passioni. Insomma, secondo me, vale la pena leggerlo.


Il blog si ferma per la consueta pausa estiva. Ci risentiamo a settembre!
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