venerdì 17 giugno 2016

Chi non sa sorridere non deve aprir bottega

In questo antico proverbio cinese vi è la sostanza, anche metaforica, dell'abilità di chiunque svolga un lavoro a contatto con le persone. Sorridere significa accogliere l’altro, pur nella diversità, vedendolo nella sua specifica singolarità.
Una delle storie più significative riguardanti l’arte di ascoltare è quella del giudice saggio: di fronte a due litiganti egli ascolta il primo con molta attenzione e gli dice “hai ragione”, poi ascolta il secondo con altrettanta attenzione e, anche a lui, dice “hai ragione”.
Subito si alza una persona dal pubblico esclamando: “Eccellenza non possono avere ragione entrambi!”. Il giudice pensa un attimo e poi aggiunge “hai ragione anche tu!”
Questa storiella riflette la struttura dinamica di ogni comunicazione di accoglienza reciproca, ovvero il saper cambiare abitudini con cui percepiamo e valutiamo la realtà.


Un buon comunicatore occorre che sappia riconoscere la differenza fra cambiare punto di vista dentro un contesto dato per scontato e cambiare quel contesto, così che comunicare significhi ascoltare e osservare per capire.
L’abilità del buon osservatore non riguarda la notazione delle differenze nei comportamenti, ciò che lo appassiona sono i processi circolari e le dinamiche comunicative. Si muove in un ambito relazionale e riflessivo dove l’osservatore è parte del sistema osservato.
Imparare in modo sistemico l’arte di ascoltare/osservare, per poter comunicare, è un processo reso difficile da due ostacoli. Il primo ostacolo è rappresentato dalla cultura, infatti qualsiasi cultura tende inevitabilmente a educare a determinati punti di vista come fossero unici o migliori. Il secondo ostacolo, apparentemente endemico della cultura occidentale, riguarda il suo attenersi a criteri validi solo all’interno di contesti scontati.

La questione non è buttare via l’abitudine al pensiero dominante, adeguata ai contesti semplici, si tratta di acquisirne un’altra.
Come, infatti, insegna Marianella Sclavi «quello che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per veder il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista».

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