Dopo aver iniziato a trattare il mondo
del coach oggi perseguiamo con
ulteriori riflessioni.
Il committente è colui che dà l’incarico
e paga il percorso e, ovviamente, può essere la persona stessa e in questo caso
non ci sono problemi di interferenze.
Nel mondo aziendale, però, spesso il
percorso di coaching è proposto
dall’azienda. In questo caso un primo incontro dovrebbe essere tra il
responsabile del personale e il superiore del coachee per definire gli obiettivi del percorso. Il coach dovrà immediatamente chiarire che
non ci possono essere interferenze da parte dell’azienda, infatti deve essere
evitato qualsiasi sospetto di controllo. Il coach dovrebbe essere un consulente
esterno proprio per evitare questi rischi di interferenze.
Un buon coach dovrebbe, a mio parere, aver lavorato su sé stesso, aver
raggiunto un buon livello di consapevolezza di ciò che attua all’interno della
relazione. Deve essere in grado di riconoscere le proprie emozioni e le proprie
reazioni in determinate situazioni. A mio parere, infatti, non è sufficiente
seguire una scuola di coaching, ma
occorrerebbe intraprendere anche un percorso personale e, successivamente, una
supervisione.
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