Allora
potremmo "entrare in ansia" e questo può essere utile, ma potremmo anche sentire
un’ansia più legata al nostro desiderio di avere successo, che non una sensazione collegata al compito specifico
e alle persone che dovremo incontrare.
Se
siamo “presi da noi” il rischio potrebbe essere una performance fantastica, ma di
poca attenzione e basso coinvolgimento
verso le persone. Dunque impariamo a porci domande sul tipo di ansia che ci
avvolge per capire in che direzione si sviluppa e come utilizzarla. Coerenza è per me una parola
chiave per il formatore.Potrebbe anche capitare di non sentire ansia per nulla: anche questo potrebbe essere pericoloso, perché potrebbe riguardare una sopravvalutazione delle nostre capacità, così che, in questo caso, il rischio è procedere in direzioni di superficialità e dimenticare le persone.
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