Oggi vi parlo di un libro edito da qualche anno che ho
ritrovato con piacere. Si tratta di uno degli
ultimi scritti di padre Giovanni Pozzi filologo cappuccino svizzero. Il testo
intende il silenzio come una possibile pratica per connettersi profondamente al
proprio spirito.
Cercherò di proporre alcune
riflessioni leggendo con voi alcuni passaggi.
«Per ascoltare occorre tacere. Non soltanto attenersi a un silenzio fisico che non interrompa il discorso altrui (o se lo interrompe, lo faccia per rimettersi a un successivo ascolto), ma a un silenzio interiore, ossia un atteggiamento tutto rivolto ad accogliere la parola altrui. Bisogna far tacere il lavorio del proprio pensiero, sedare l'irrequietezza del cuore, il tumulto dei fastidi, ogni sorta di distrazioni. Nulla come l'ascolto, il vero ascolto, ci può far capire la correlazione fra il silenzio e la parola».
Ho sempre avuto un forte
dialogo interno e ne abbiamo parlato su questo blog in altri post, anche con alcuni
esercizi per aiutarci a uscire da possibili loop di pensiero. Interessante come
questo pensiero di un rappresentante di una religione occidentale abbia
profonde affinità lo spirito di alcune filosofie orientali.
La questione che più mi
colpisce in questo passaggio è la proposta di far tacere il proprio dialogo
interno attraverso un profondo ascolto dell’altro.
Voi come vi vivete il
vostro dialogo interno? State cercando la via per il silenzio profondo?
Nessun commento:
Posta un commento