Si parla spesso dell’ansia e delle possibili modalità per
superarla, ma solo recentemente gli studi hanno iniziato a sottolineare come
l’ansia ha avuto e abbia ancora uno scopo, quello di proteggerci. Lo psichiatra
Rollo May evidenzia come l’ansia sia connessa con la vita e come “non posa
essere evitata, se non al prezzo dell’apatia o dell’intorpidimento di
sensibilità e immaginazione”. Annamaria Testa ha affrontato l’argomento in un
articolo molto interessante che potete leggere qui.
Conosco tante persone che
combattono l’ansia in quanto ritengono che sia sempre negativa. È vero che
quando l’ansia eccede, può sfociare nel panico, per questo motivo è importante
controllare i segnali. Contemporaneamente è emerso come le persone ansiose siano
dotate di grande autocontrollo. L’ansia, inoltre, è strettamente legata a
esperienze soggettive, infatti ci sono persone che definiscono in modo negativo
quella sensazione di tensione e altre che, invece, la descrivono come una
spinta motivante.
È possibile, dunque, poter
imparare a usare l’ansia, ricordando che il modo attraverso cui gestiamo quella
emozione è in relazione alla nostra identità ed esperienza. La gestione
dell’ansia dipende anche dal livello personale di autoconsapevolezza e dalle convinzioni
soggettive. L’ansia è una situazione da risolvere o è uno strumento
vantaggioso? L’ansia è legata al futuro, all’incertezza di cosa accadrà, per
questo motivo le persone ansiose possono diventare perfezioniste ed essere
molto brave a curare i dettagli. In questo modo le persone creative possono
diventare anche molto produttive.
Il mio consiglio, quindi, è di
cercare di porsi domande per conoscere meglio la propria ansia prima di cercare
come cacciarla.
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