Proseguiamo nella trattazione del tema delle emozioni, iniziando a
tratteggiare velocemente le principali famiglie in cui è possibile classificarle in modo schematico.
Collera: furia, sdegno, risentimento, ira, esasperazione,
indignazione, irritazione, animosità, fastidio.
Tristezza: pena, dolore, cupezza, malinconia,
disperazione, depressione.
Paura: ansia, timore, preoccupazione, tensione, spavento,
terrore.
Gioia: felicità, godimento, contentezza, beatitudine,
divertimento, estasi, soddisfazione, euforia, esaltazione.
Amore: accettazione, benevolenza, gentilezza, fiducia,
affinità.
Sorpresa: stupore, meraviglia.
Vergogna: imbarazzo, rammarico, mortificazione, colpa.
Ci sono le emozioni e c’è il pensiero, c’è la vita
emozionale e quella della ragione e solo nella misura in cui l’una e l’altra
concordano e si conciliano, è possibile avvicinarsi alla conoscenza di se
stessi e ai problemi esistenziali senza eccessivi squilibri. Riconoscere l’importanza
conoscitiva delle emozioni non significa negare il senso e il valore della
ragione. Non c’è, del resto, un pensiero che possa fare a meno di una
dimensione emozionale perché la ragione astratta riesce a cogliere solo alcuni
aspetti del reale e non vede altri elementi che, nondimeno, sono parte
integrante del modo di vivere e di sentire di ciascuno di noi.
Per queste ragione, a mio parere, diviene importante
cercare di essere il più possibile consapevoli delle proprie emozioni.
Nessun commento:
Posta un commento