venerdì 9 gennaio 2015

Il paradosso della flessibilità

Spesso nei percorsi formativi, anche individuali, si parla di flessibilità. Ne parliamo come di una meta importante da raggiungere, sia nelle relazioni con gli altri, sia rispetto al nostro modo di guardare il mondo o di affrontare un problema. Benissimo, seguitemi in questo ragionamento.


La flessibilità è contrapposta alla rigidità e potremmo asserire che la prima è “buona”, mentre la seconda “cattiva”. Una metafora di questa diversità, che spesso viene citata, è la differenza di comportamento tra un fuscello e un albero. Di fronte alla bufera il fuscello si piega, ma non si spezza, passata la bufera torna alla sua posizione di partenza. L’albero, invece, non si sposta di un millimetro fino a quando una bufera molto intensa non lo spezza. Passata la bufera non tornerà più alla sua posizione di partenza.  Vedete il paradosso? Il fuscello di fronte ad avversità non cambierà mai, invece l’albero si trasformerà.
Per me questo significa che la flessibilità, se non conduce a nessun cambiamento è rigida, mentre la rigidità, se produce una trasformazione, è flessibile.

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