Molti matematici hanno
tentato di creare strumenti specifici per prendere decisioni esatte, cercando
di tenere sotto controllo tutte le possibili variabili. Non voglio tediarvi con
i dettagli di questi studi, ciò che a me interessa è che, dopo qualche anno,
le ricerche sulle decisioni dovette inchinarsi a una realtà, ovvero la
soggettività di chi deve decidere.
Il primo problema
riguarda la capacità soggettiva di gestire ansie e insicurezze. Una decisione,
infatti, è scelta all’interno di un universo di incertezze, cioè la decisione viene
presa senza conoscere cosa accadrà nel futuro. È proprio questo che tende a
creare ansia. Se si sapesse già come va a finire, infatti, una decisione non
sarebbe più tale. Certo è possibile operare una stima personale delle
probabilità di ciò che potrebbe accadere, ma, comunque, è necessario affrontare
l’incertezza.
Vi sono persone che
rimangono bloccate perché avrebbero bisogno di più informazioni per decidere,
avrebbero bisogno di contenere l’ansia. Per altre persone, invece, è la dualità
di una decisione a diventare un ostacolo, infatti, non è un caso che, il dover decidere tra due alternative ,si
chiami dilemma. Occorre gestire,
dunque, la propria ansia rispetto alle decisioni. E’ evidente, inoltre, che più
la decisione coinvolge aspetti importanti della vita, più l’ansia di sbagliare tende
ad aumentare.
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