Qualcuno un giorno mi ha chiesto se un formatore dovesse possedere
le doti di leader. A mio parere la risposta è tutt'altro che
semplice.
In azienda si usa
distinguere il manager dal leader (anche se spesso in Italia sono usati come
sinonimi). Molti hanno scritto circa le molteplici differenze: il manager
gestisce e realizza gli obiettivi, mentre il leader influenza e sceglie la
direzione.
Warren Bennis nel libro “Come diventare leader” ne sottolinea le differenze: il
manager amministra, il leader innova, il manager controlla, il leader ispira fiducia,
il manager sta nello status quo, mentre il leader crea cambiamento, il
manager si concentra sulla struttura, il leader sulle persone. Nelle realtà
aziendale vi sono dirigenti che sono sia manager sia leader.
Riassumendo
il leader definisce il cambiamento, la direzione, sviluppa la visione del
futuro, motivando e coinvolgendo le persone. Forse il formatore che si attiene
a corsi già sperimentati, stando dentro gli obiettivi che il cliente pone,
svolge un ruolo manageriale. Invece quando il formatore sperimenta nuovi corsi,
cerca nuove strade, fa intravedere un possibile cambiamento è un
leader. A mio parere nella pratica d’aula, la gestione del gruppo, la direzione e il
coinvolgimento dovrebbero essere giocate più da leader.
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