venerdì 21 febbraio 2014

L’esame per diventare trainer di PNL: seconda parte

Ho raccontato in questo post le modalità ed i primi esami per diventare trainer di PNL. Oggi voglio narrare un’esperienza fondamentale per la mia vita. Questo esame di PNL lo facemmo in un residenziale. Arrivammo tutti la sera e dopo cena Gianni Fortunato ci propose di sostenere un esame. Poiché il gruppo mi considerava brava ed io, troppo spesso, agisco senza pensare, mi offri volontaria. Avevo preparato un contenuto nuovo trasformando una tecnica terapeutica di PNL in un procedimento di creatività di gruppo. Stavo svolgendo la mia presentazione e sembrava procedere tutto bene, quando, all'improvviso rimasi rigida in un punto dell’aula senza più riuscire a spostarmi e a cambiare espressione né tono di voce. Sinceramente ho un vuoto di memoria di quel momento di blocco. Al termine cadde un silenzio spesso ed imbarazzante. Gianni si alzò e disse: “L’idea è geniale, quando la farò io sarà perfetta, fatta da te è una schifezza” e poi continuò su questo tema. Io ero immobile e a stento trattenevo le lacrime. Se ne andarono tutti e Gianni si avvicinò e mi chiese cosa mi stesse succedendo: io, inaspettatamente, lo riempii di parole e lacrime. Alla fine Gianni mi disse “Per chiedere aiuto il tuo inconscio ti ha fatto fallire, dovresti imparare un altro modo”. Ovviamente era un momento molto faticoso e doloroso della mia vita e da lì iniziai un percorso che ha portato nuove prospettive e rinnovate possibilità in tutta la mia esistenza.


Grazie a questo fallimento l’ultimo esame fu un successo. Impariamo di più dai nostri errori, ma quanto fa bene un “ignorante” successo.

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